Il cane è in grado di risolvere problemi e anzi farlo abitualmente lo aiuta in molti modi: a stancarlo, a prevenire la noia, ad acquisire autostima.
Cibo, coccole e passeggiate sono necessarie ai nostri amici cani, ma non bastano. Anche la loro intelligenza va stimolata e allenata: oggi parliamo di giochi di attivazione mentale per il cane.
Cos’è l’attivazione mentale nel cane?
I giochi di attivazione mentale sono un modo per stimolare il cane a risolvere problemi più o meno complessi. Consiste nel pensare a una serie di attività che spingano il cane a trovare una soluzione, anzi la propria soluzione a un problema.
Un esempio molto semplice è trovare un boccone di cibo sotto a un contenitore, ma la cosa interessante dell’attivazione mentale è che si parte dai giochi più semplici e poi man mano che il cane impara a risolvere i problemi più elementari si aumenta la difficoltà.
L’attivazione mentale è una modalità di cui ha parlato per primo Paolo Villani. La storia della sua nascita è interessante: Paolo si era accorto osservando i suoi cani che uno rovesciava una ciotola e l’altro la raddrizzava. Insomma i cani usano l’intelligenza per risolvere i problemi ed è anche piacevole per loro.
Bello e notevole è anche il motto di Paolo Villani: Amore, pazienza e fare un passo indietro.
Ne parla lui stesso in questo video sulla Vera attivazione mentale del cane.
Come stimolare l’intelligenza del cane?
Come funziona l’attivazione mentale?
Intanto il modo ottimale per stimolare l’intelligenza del cane è passare attraverso il gioco. Se il cane percepisce l'attività come un gioco e non come un compito stressante, i risultati sono infinitamente migliori.
Un’altra cosa da fare è proporre al cane giochi che siano risolvibili per lui: se il cane non riesce a risolvere un problema non è perché è stupido, ma perché è troppo difficile il problema che gli avete sottoposto. Bisogna fare un passo indietro e proporgli un gioco più semplice.
Un passo indietro deve farlo anche il proprietario quando assiste il suo cane durante l’attivazione mentale: non deve intervenire, sollecitare, indicare, o peggio risolvere il problema al posto del cane. Il proprietario è una figura essenziale durante le attività di attivazione mentale, ma deve fare da osservatore e non da ‘aiuto dal pubblico’.
La presenza del padrone rassicura il cane ma senza intervenire mai. L’unico intervento consigliato è se il cane non riesce a risolvere l’enigma: possiamo intervenire dopo circa 20 minuti, quando vediamo che il cane proprio non riesce a venirne a capo proponendogli un gioco più semplice.
Ricordiamo che l’attivazione mentale funziona se è pensata per le specifiche esigenze del cane e i suoi particolari problemi e non viene usata come passatempo quando noi non ci siamo.
Se siete molto abili e avete un po’ di capacità manuali potete costruire dei giochi che stimolino l’intelligenza del vostro cane in casa con materiali di recupero, ma in commercio trovate diversi giochi che possono venire incontro alle vostre esigenze. Bisogna però tenere in considerazione che non tutto ciò che richiede un’azione del cane per trovare un premio è attiva l’intelligenza, quindi bisogna conoscere bene il proprio cane e andare per gradi.
A cosa serve l’attivazione mentale?
Dire che l’attivazione mentale serve a favorire l’intelligenza nei cani è un po’ riduttivo e generico. In realtà l’attivazione mentale se fatta bene ha tanti altri effetti positivi. Vediamone alcuni.
- Previene la noia: la noia può essere un grosso problema per i cani. Se le loro energie non vengono spese a dovere la noia può trasformarsi in frustrazione e distruttività. 20 minuti di attivazione mentale equivalgono a 3,5 ore di camminata nei boschi. Questo perché risolvere problemi richiede che il loro cervello bruci un sacco di energie
- Insegna a gestire la frustrazione: esattamente come per gli esseri umani trovarsi davanti a problemi da risolvere insegna a gestire la frustrazione. Certo, fa proprio arrabbiare non riuscire a risolvere quel problema: ma forse se mi ci metto con calma, ci giro intorno, provo in questo modo e poi in quest’altro ci arrivo al bocconcino. Insomma questi giochi insegnano al cane che anche quando un problema sembra irrisolvibile con una certa calma si può arrivare alla soluzione
- Ad aumentare l’autostima: cani particolarmente ansiosi e paurosi possono trovare grande giovamento in queste attività. Questi giochi fanno sentire il cane intelligente, capace di gestire i problemi, di risolverli, di agire per piccoli step senza demordere.
- Ad aumentare la concentrazione: se il cane sa che alla fine del gioco c’è una ricompensa la sua motivazione nel rimanere concentrato resta alta. Aumentando la difficoltà del gioco e continuando a sollecitare l’attenzione il cane la capacità di concentrazione diventa sempre maggiore.
Cosa non deve fare il proprietario?
Naturalmente il padrone deve avere un ruolo importante nell’attivazione mentale dei cani.
Intanto è importante che si capisca che l’attivazione mentale non avviene semplicemente proponendo al cane giochi interattivi. Se il gioco è ripetitivo, o il meccanismo è già conosciuto allora non c’è bisogno di usare il cervello ma semplicemente di ripetere un’azione.
Inoltre è importante che il padrone non pensi che il proprio cane è stupido solo perché non sa risolvere un problema. Bisogna semplicemente scegliere qualcosa di più semplice.
Il passo indietro va fatto anche quando si ha la tentazione di intervenire: bisogna fare un lavoro attivo su se stessi ed evitare di suggerire la soluzione, altrimenti l’attivazione mentale è del padrone. Non del cane.
Altre cose da tenere presenti: l’età e le condizioni fisiche del cane. Un cucciolo e un cane anziano avranno esigenze e forze diverse, nonché tempi di reazione.
Ricordatevi anche che non è il proprietario a dare il premio al cane, ma che il cane deve ottenere il premio grazie alla risoluzione del rompicapo, perché vi è nascosto dentro.
Se volete saperne di più sui giochi di attivazione mentale nei cani ecco cosa ne dice Piero Villani in un’intervista.